ISIS. Lo Stato del terrore: Chi sono e cosa vogliono le milizie islamiche che minacciano il mondo by Loretta Napoleoni

ISIS. Lo Stato del terrore: Chi sono e cosa vogliono le milizie islamiche che minacciano il mondo by Loretta Napoleoni

autore:Loretta Napoleoni [Napoleoni, Loretta]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2014-11-17T23:00:00+00:00


La seduzione ultima del Califfato

Nel 2003 i media tradizionali divulgavano il mito, promosso dai governi, di un al Zarqawi superterrorista, senza verificarne l’autenticità. Dieci anni dopo i social media hanno ottenuto un risultato analogo, contribuendo alla diffusione e all’internazionalizzazione di un’immagine deliberatamente ingigantita della potenza di al Baghdadi e della sua organizzazione armata; e, come dieci anni prima, nessuno si è preso la briga di verificare le informazioni. Ma la propaganda e i media non sono sufficienti a mobilitare la gente, se l’illusione che essi proiettano non coincide con il sogno, o l’incubo, formulato dall’immaginario collettivo.

Sappiamo che all’indomani dell’11 settembre il mondo era profondamente traumatizzato, per cui si può ben capire perché Bush e Blair non ebbero difficoltà a influenzare l’opinione pubblica servendosi di notizie false. Quel che è più difficile capire oggi è il fascino che lo Stato Islamico esercita sui suoi seguaci mediatici occidentali. Stiamo parlando di un numero considerevole di individui. L’Isis avrebbe attirato prima della fine di settembre 2014 12.000 combattenti stranieri, 2200 dei quali di provenienza europea.14 Queste cifre non tengono conto dei sostenitori e simpatizzanti presenti all’estero. Per esempio, mentre gli australiani che combattono in Siria e in Iraq sarebbero sessanta, arriverebbe a cento il numero di quelli che sostengono lo Stato Islamico in Australia.15

Che cosa spinge giovani professionisti musulmani nati in Occidente ad abbandonare la loro vita e a unirsi a una guerra di conquista in una terra che neppure conoscono, in un conflitto che ricorda quelli che si combattevano nel Medioevo? Qual è, in sintesi, la seduzione ultima dello Stato Islamico? Sono queste le domande che dobbiamo porci.

In parte questo fascino risiede nell’opportunità di riscattare dall’umiliazione compagni di fede in Medio Oriente, ma questa motivazione apparteneva già a molti attentatori suicidi occidentali dopo l’invasione dell’Iraq da parte delle forze della Coalizione. Forse esiste qualcosa di più ambizioso che spinge i giovani musulmani ad aderire a questa jihad. La possibilità di partecipare alla costruzione di un nuovo ordine politico in Medio Oriente, alla creazione di uno stato moderno privo di razzismo e tensioni settarie – dopo aver fatto pulizia etnica, certo – rappresenta per molti un’opportunità senza precedenti. Potrebbe essere che i seguaci dell’Isis vedano nel Califfato una nazione non corrotta e incorruttibile, dotata di un profondo senso di fratellanza, una società priva delle sfide che le donne musulmane occidentali e occidentalizzate rappresentano per i maschi soggiogati da un sistema politico autoritario ed elitario, una nazione governata dall’onore, una società allo stesso tempo contemporanea e perfettamente in armonia con al Tawhid, l’unità dei fedeli ordinata da Dio? In verità, questa nazione idealistica non soltanto offre ai musulmani la liberazione da secoli di umiliazione, ma rappresenta anche l’utopia politica sunnita per il Ventunesimo secolo, un potente edificio filosofico che per secoli gli studiosi hanno cercato, invano, di far nascere. Questa, in sintesi, è la moderna forza politica che fino all’estate 2014 l’Occidente e il resto del mondo hanno deciso di ignorare.

Se questa analisi è corretta, la seduzione ultima dello Stato Islamico poggia sulla sua



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